news-details
Animali

Berta maggiore cavalca un tifone per 11 ore e 1.100 km

Nel settembre del 2019 un tifone si abbatte nel sud-est del Giappone causando ingenti danni. Nella sua furia travolge anche una serie di uccelli, tra cui Gino, una Berta maggiore che si ritrova a cavalcare venti di oltre 200 chilometri orari percorrendo più di 1000 chilometri. Ma come facciamo a saperlo con certezza? Torniamo indietro di un mese.

Nell'agosto dello stesso anno, il biologo Kozue Shiomi, appiccica dei piccoli GPS a 14 esemplari adulti di berta maggiore per studiarne l’orientamento.

Nel settembre dello stesso anno il tifone Faxai devasta il sud-est del Giappone causando considerevoli danni. Mentre la gente si dispera perché il tifone gli ha scoperchiato la casa, Kozue pensa a una sola cosa: “Mamma le mie berte so tutte morte mo me licenziano finisco a studiare il diametro dei buchi di culo dei cetrioli di mare”.

Ma Kozue, per sua fortuna, scoprirà molto presto una cosa: non solo le berte sono vive, ma secondo i dati dei GPS, mentre la maggior parte delle berte ha evitato il tifone, un maschio, il nostro caro Gino, non è stato così fortunato.

L’animale è stato inghiottito dal tifone e in 11 ore di rilevamenti ha completato cinque giri circolari di diametro compreso tra 50 e 80 km ciascuno ed è stato trasportato per una distanza totale di 1.146 km. Come se un tifone sollevasse uno a Milano e dopo 11 ore questo si ritrovasse a Londra. Praticamente quanto ci metti con Ryanair.

Ma questo non è tutto, la cosa migliore è un’altra. In condizioni normali, le berte maggiori volano tipicamente a velocità comprese tra 10 e 60 km/h ad altitudini al di sotto di 100 metri. Il nostro Gino, invece, è riuscito ad arrivare a una velocità di volo tra 90 e 170 km/h, salendo a un'altitudine di 4.700 m.

Gli studiosi dicono che non sanno neanche con certezza se la berta è stata veramente intrappolata oppure ha deciso lei di cavalcare il tifone. Alla fine non è poi così strano, uno studio del 2022 conferma come gli uccelli marini, per evitare di morire male, si gettano nell’occhio del ciclone, dove i venti sono più calmi.

Possibile che Gino abbia voluto fare la stessa cosa? Appena smette di vomitare glielo chiediamo.

Condividi l'articolo col mondo!

Scoperte nuove prove genetiche della regola di Bergmann

Gli scarabei stercorari si orientano con le stelle e la Via Lattea