Ho finito l’anime “Hunter × Hunter” e mi è partito il durello. Non sono qui per parlarvi di questo anime, anche se ve lo consiglio, ma del pensiero che mi ha sbloccato la sua visione. Partiamo da una domanda: come te la immagini una società aliena? Intendo, un modello di società ideale, che è stata in grado non solo di abbandonare il proprio pianeta, ma anche di colonizzarne altri e diffondersi per tutto l’universo.
Mi dirai: “Be’, l’essere umano già lo fa grazie al suo progresso tecnologico!” Lo pensi solo perché abbiamo inventato il cavatappi, l’orologio da polso e la mutanda, ma questa sarebbe la risposta più banale e antropocentrica che potremmo trovare.
Proviamo a cambiare la domanda. Quale delle società animali qui sulla terra ha le caratteristiche migliori per realizzare grandi immense opere e diffondersi? Limitiamoci agli animali perché se ci mettiamo in mezzo anche altre forme di vita come microorganismi o vegetali il discorso si complica.
Io non sono mica sicuro che la risposta corretta sia “la società umana”. Non avrebbe più senso una società tipo quella degli imenotteri? Una società come quella delle termiti ,delle api o delle formiche? Certo, l’essere umano sa costruire un sacco di cose incredibili, ha immaginazione, è in grado di risolvere problemi, sogna un’immortalità - anche solo memoriale, si rende capace di immense imprese e tramanda le proprie conoscenze ai posteri in modo che questi possano riprendere il discorso da dove si era lasciato.
Però c’è un problema. L’essere umano è egocentrico, individualista, animato da interessi personali. Sogna spesso la propria gloria e per ottenerla sarebbe disposto anche a intralciare o sabotare il progresso di altri. Nelle formiche questo non accade. Come disse Pietro Grosso: “una formica singola, non è una formica”. Nel senso che una formica, isolata come individuo, non è una formica. Una formica è tale solo nel formicaio. Perché le formiche si comportano come un macro-organismo, come una mente alveare, come se fossero parte di un unico individuo. Sono come cellule, in pratica, dell’organismo formicaio, e ognuna di loro lavora per il bene della colonia.
Se immagino imprese incredibili, impensabili, extraplanetarie, una società con una dinamica simile a questi insetti sarebbe la soluzione ideale. Ogni formica si dedicherebbe senza sosta alla risoluzione di un problema, lavorerebbe incessantemente nella costruzione di una tecnologia avanzata non per gloria personale o per un proprio sogno, ma per il bene ed il sogno del macroorganismo formicaio. Potrebbe mai esistere una società più efficiente di questa?
Pensate a quanto progresso tecnologico abbiamo perso perché gli scienziati litigavano a chi ce l’aveva più lungo, o pensate a quanto progresso abbiamo ritardato perché c’era qualcuno che non lo capiva. Secondo te potrebbe mai esistere un complottista in una società formica? Io non credo proprio.
E proprio Hunter × Hunter mi ha sbloccato questo pensiero, regalandomi inconsapevolmente una delle società aliene più interessanti e originali che abbia mai visto: le formichimere.
Che cos’è questa bizzarra bestia che si sono inventati? Che cos’è una formichimera? La formichimera di base è una formica, solo che quando una femmina adulta raggiunge dimensioni sufficienti diventa una regina e può iniziare a riprodursi. Ma come si riproduce? Non per via sessuale, ma per “fagogenesi”, altrimenti detto “incrocio dietetico”.
Lei, il set di geni da accoppiare al proprio per dare vita alla prossima generazione di figli, lo prende direttamente dal proprio cibo. Mangia del pesce? Prenderà frammenti di DNA da quella specie, li fonderà con i propri, e così darà alla luce una specie ibrida. Una chimera, appunto. E sta cosa è geniale. Ci tengo a precisare che non esiste in biologia alcuna specie che sia in grado di fare qualcosa del genere, ma è qualcosa che concettualmente, come meccanismo di riproduzione alieno, spacca.
La regina formichimera, proprio per il suo dover mangiare per generare prole, inizia a divorare specie che possiedono un corredo genetico per lei interessante, a volte estinguendole totalmente a causa della sua fame vorace, soprattutto quando individua una specie particolarmente utile. Quindi la formichimera non si riproduce con un maschio. In base a cosa mangia, genera una chimera con altre specie. Ovviamente quel che lascia intendere l’anime è che più si va avanti con le generazioni, più le specie si chimerizzano, diventano complesse, come se conservasse sempre più i tratti genetici migliori di cui si è nutrita. Cioè raga io ho adorato quest’idea.
Hanno anche elaborato un modello di società, con delle posizioni gerarchiche vere e proprie a partire dalla casta più bassa, le operaie, che costruiscono il castello-formicaio con mix di fango e feci. Un castello “demmerda” in sostanza. E il design del castello è perfetto perché l’autore si è ispirato al nido di altri imenotteri: le termiti.
Il nido delle termiti ha quella forma particolare poiché sono sistemi chiusi, completamente isolati dal mondo esterno, in cui vengono mantenute condizioni di temperatura e umidità, umettando continuamente di saliva il terreno e permettendo a diverse regioni del termitaio di avere condizioni microclimatiche differenti. Praticamente è la condizione dello studio dove lavoriamo dopo la prima ora di registrazione in estate. Vi dico solo che siamo costretti ad asciugare il sudore con il mocho.
Non credo che nell’anime abbia la stessa funzione, credo solo sia super tamarro ma ho apprezzato il design. La società delle formichimere è estremamente gerarchica e al vertice c’è la regina, servita dalle tre guardie reali; esse, a loro volta, comandano circa trentasei comandanti di divisione, che a loro volta sono a capo di quattro o cinque comandanti di squadra. Sono stati specifici con la gerarchia. Le formichimere nate più tardi occuperanno un posto sociale più alto, perché più “chimerizzate” quindi “più “dotate e fighe”, e con una forza più elevata rispetto ai primi.
Una volta formata la colonia, la regina si dedica alla nascita del re, che una volta nato si porta dietro le guardie reali, si stacca dalla colonia e se ne va per i fatti suoi. Il suo compito sarà di accoppiarsi con qualsiasi specie gli aggrada, facendo nascere così una nuova regina formichimera per ricominciare il ciclo.
Praticamente un parallelismo 1:1 con altre società animali eusociali come le api. Quelle dopo il volo nuziale e la fecondazione, si portano dietro parte del gruppo per formare una nuova colonia altrove. Oh, uguale. Ma ci sta. Di per sé è geniale. Certo, non sempre è realizzata benissimo st’idea.
È pur sempre un anime, quindi non solo ad un certo punto sti tizi iniziano a nascere già vestiti, e stendiamo un velo pietoso sull’abbigliamento. Cioè, ma chi l’ha vestito a sto qua? Il figlio adolescente di Avril Lavigne? I polsini ascigasudore e le ciabatte.
Vabbé, comunque iniziano a nascere una formichimera leone, una pinguino, una gambero, una ghepardo, una coccodrillo e una perfino koala. UNA KOALA. Di tanti animali con cui potevi ibridarti proprio un koala dovevi scegliere porcocane. Che cazzo di potere volevi acquisire, la super-costipazione? E tra l’altro il koala è fighissimo molto tarantiniano.
Ma resta il fatto che mi viene da chiedere dove cazzo vivano sti qua che hanno trovato l’intero corollario di specie del pianeta in un’unica foresta. Ma vabbè. Ma perché vi sto parlando di questo? Perché hanno fatto una società simil-imenotteri e perchè invece di scopare questi mangiano? No. Vi sto parlando di questo perché l’anime è riuscito a farmi cambiare idea.
L’intera società così costruita, come vi ho detto, si basa su una rigida e rigorosa scala gerarchica e nel rispetto del ruolo sociale. Ognuno deve rispettare i propri compiti e il compito principale è ovviamente procurare un fottio di cibo alla regina così che possa continuare a sfornare esemplari.
Essendo imenotteri sono privi di sentimento, privi di aspirazione, con il solo desiderio pressante di servire la regina. Tutto funzionava bene, ma c’è un punto in cui la loro società va in vacca: quando la regina inizia a mangiare gli esseri umani.
Il primo essere umano che mangia le viene portato da un’operaia. Nasce una generazione di esemplari strani. Se prima le formichimere non parlavano, comunicavano telepaticamente, o chissà magari attraverso ferormoni che a noi appaiono nell’anime come telepatia, a un certo punto le formichimere umane iniziano a parlare. E iniziano a mostrare una certa intraprendenza, ad essere in grado di pianificare, di elaborare pensieri più complessi.
La situazione precipita velocemente perché la regina decide di nutrirsi quasi solo di esseri umani e generazione dopo generazione inizia a non capirsi più nulla. Iniziano ad apparire aspetti sociali bizzarri per delle formiche. Si inizia timidamente, quando qualcuna di loro avanza un desiderio strano, ad esempio il desiderio di avere un nome. Nessuno tra le formichimere aveva idea di cosa fosse un nome. Ma va peggio quando qualcuna di loro inizia a cacciare esseri umani non più semplicemente per procurare nuovo cibo alla regina, ma per divertimento. Anzi, sembrano quasi godere di questa piccola forma di evasione fiscale.
Altri ancora compiono gesti di ribellione, vilipendio, tradimento, come mangiare le prede che hanno catturato e che dovrebbero essere per la regina. C’è anche chi sogna di diventare lui stesso un re, chi si trasferisce e cerca un proprio castello da cui iniziare il proprio dominio, chi sogna di diventare più forte e persino chi si rifiuta di fare il bidè! Da questo punto in poi la società formichimera appare sull’orlo del fallimento.
Insomma, il gene umano ha mandato tutto in vacca. Le formiche, così perfette nella loro società e nel realizzare opere impensabili, non sono più formiche. E sapete che vi dico… ci sta. Ci sta. È stata una piega che mi ha sorpreso, e che viene avanzata con una serie di piccoli, piccolissimi tasselli. Per dire, il re alla nascita è totalmente un’altra persona rispetto a quello che diventerà, lasciando intendere che il suo comportamento degli esordi era solo una forma infantile e acerba, di chi ancora non ha capito cos'è o cosa vuole. E questo, l’anime, riesce a fartelo arrivare perfettamente.
Alcuni di questi passano dall’essere dei mostri terrificanti a provarci una empatia pazzesca, con profili caratteriali che mettono i brividi. Però sì, così facendo sono giunto alla conclusione che forse mi ero sbagliato. Noi siamo indubbiamente una specie strana. Ma siamo anche la specie in cui quel sentimento di aspirazione sociale è portato all’estremo. E quindi m’è venuto il dubbio. Vuoi vedere che sia questa la chiave?
Elaboro meglio. Vi ripropongo la domanda fatta all’inizio: chi è davvero la specie su questo pianeta che ha più probabilità di conquistare altri mondi? Le formiche o gli esseri umani? Prima vi ho risposto condividendo un mio pensiero biologico, ma cambiamo approccio. Rispondiamo con l’esperienza.
L’esperienza ci dice gli esseri umani, nonostante siano apparsi sul pianeta da soli circa 200mila anni, uno sputo in termini geologici, stanno pianificando davvero di andare su Marte. E lo stanno facendo nonostante il conflitto interno, le lotte, gli egoismi.
Le formiche sono qui da molto prima, hanno letteralmente colonizzato il pianeta e hanno un modello di società che dal punto di vista dell’efficienza è irraggiungibile. Ma allora perché nonostante questa società perfetta non hanno mai costruito una navicella spaziale? Perché non sono andati loro su Marte? Vuoi vedere che per conquistare serve qualcosa che abbiamo solo noi? Qualcosa di unico. Qualcosa come il desiderio, l’ aspirazione, la voglia di conquista, di mettersi in mostra, di passare alla storia, di dedicare la propria vita a qualcosa, la curiosità, la megalomania. E quindi, con un immenso salto mortale carpiato inizio a chiedermi se in effetti abbia senso che gli alieni ragionino come un essere umano.