Erano vicino a voi in giardino quando vostra madre vi dava il resto dopo che vi siete sbucciati il ginocchio cadendo. Vi osservavano sui muri della nuova casa che avete comprato giudicando gli orrendi tappetini del bagno a forma di cuore. Erano con voi sulla scrivania dell’ufficio quando avete dato le dimissioni per seguire il vostro sogno di fare il trapezista nella versione tarocca del Cirque du Soleil.
Stiamo parlando dei ragnetti rossi, quei microscopici animaletti che quando li schiacci per sbaglio colorano di rosso il muro facendoti sentire in un live action dell’Attacco dei Giganti.
Spesso vengono visti come parassiti da sterminare, ma in realtà sono un botto utili per te, piccolo radical chic che ti lamenti che le piantine non crescono bene. Forse sarà perché il tuo balcone affaccia sulla A16 Napoli - Canosa, oppure perché hai ucciso tutti i preziosi ragnetti rossi del tuo giardino e ora le piante sono infestate dalle larve.
Hai capito bene: i ragnetti rossi tengono a bada alcune popolazioni di organismi infestanti permettendoti di godere in santa pace delle tue piante coltivate con amore e supponenza.
Quindi se li lascio in giardino mi crescono dei peperoni da competizione che posso far gareggiare alla fiera di San Giuseppe Vesuviano? Perché sono così rossi? Cosa devo fare per richiedere la carta d’identità elettronica anche se ho già preso l’appuntamento per fare il passaporto? Ora risponderò a tutte queste domande, ma andiamo per ordine.
In Italia chiamiamo ragnetto rosso principalmente una specie: Balaustium murorum.
È un animaletto che si nutre di polline e uno studio dell'Università di Wittenberg, che si trova a Springfield negli Stati Uniti manco a farlo apposta, ha scoperto anche come fanno a trovare questa risorsa alimentare in grandi quantità: con la cacca. Perché deve sempre centrare la cacca? Perché non possono centrare gli arcobaleni per una volta?
Comunque, secondo i ricercatori grazie ai palpi, ovvero il secondo paio di arti a partire dalla bocca che in questa specie ha principalmente funzione sensoriale e copulatoria, Balaustium murorum riesce a percepire la concentrazione di alcune molecole presenti nei prodotti escreti dai conspecifici e questo provoca in lui una risposta di arresto, come a dire: “Buoni tutti. Qui c’è roba, fammi guardare in giro”.
Lì dove c’è più cacca ci sono più acari e lì dove ci sono più acari vuol dire che c’è più possibilità di trovare risorse alimentari o un rifugio sicuro. Oppure bo’, magari fanno un rave clandestino e si concentrano tutti in un punto, che ne so.
Oltre al polline, però, Balaustium murorum si nutre anche di altri artropodi. Infatti, è uno spaventoso predatore di larve di altri acari e di insetti infestanti, tra cui la temibile Zeiraphera diniana, un lepidottero in cui lo stadio larvale si nutre degli aghi di larice.
Quindi no, difficilmente riuscirai a far crescere ortaggi da gara grazie a loro, ma magari fai stare bene un larice in più. E se non hai larici in giardino, questo comunque non ti dà il diritto di spaccare il loro Wall Maria, trasformarti in un piccolo ragnetto rosso e vivere con loro da infiltrato per anni per poi tradirli alla fine. OPS, credo di aver fatto uno spoiler.
In estate e in primavera spariscono per via del troppo caldo e freddo, ma prima di lasciare il palcoscenico si accoppiano come non ci fosse un domani e depongono le uova all’interno di crepe nei muri o direttamente nel suolo.
Ora, abbiamo detto che questo animaletto è innocuo per l’ambiente e per l’uomo, tranne in rari casi allergici, ma figlio mio se sei allergico ai ragnetti rossi forse il contatto con loro è l’ultimo dei tuoi problemi. Certo, però, la sua presenza a volte può essere parecchio invadente, soprattutto in quei posti in cui non c’è mai stato.
Negli ultimi decenni, ad esempio, in Giappone si è assistito alla crescita demografica di molte popolazioni di questi animaletti che hanno sorpreso non poco i ricercatori. Pensate gli studiosi erano talmente increduli nel vedere questi ragnetti rossi che hanno documentato TUTTO sulle loro apparizioni.
Ad esempio c’è una pubblicazione che testimonia la loro comparsa sui muri e sulla scrivania in un ufficio al secondo piano dell’edificio della facoltà di odontoiatria dell’Università di Okayama il 7 luglio 1997. E niente. Il paper è letteralmente solo questo.
Come questo ce ne sono molti altri e in Giappone in particolare hanno iniziato a chiedersi: ma da dove cavolo vengono sti cosi? Sono la nostra punizione per non aver mai chiarito se alla fine in Doraemon era tutto in sogno di Nobita che era in coma? Ditecelo! La gente DEVE SAPERE!
Vabbè, queste infestazioni hanno dato il via a diversi studi e uno in particolare del Museo Nazionale di Scienze Naturali di Tsukuba ha svelato l’arcano. I ragnetti rossi glieli abbiamo portati noi! AH! Così vi imparate a tenervi i vostri segreti su un anime degli anni ‘70.
Secondo i ricercatori diverse popolazioni giapponesi sono imparentate con quelle europee. Non sanno quando sono state portate lì per la prima volta e dove, ma una cosa è certa: se l’America esporta la democrazia non c’è motivo per cui noi non dobbiamo esportare qualcosa. Potrebbe essere una delle poche cose che ci accomuna come popolo europeo.