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Essere umano

Cos’è l’ipotesi della scimmia drogata?

Avete presente la ruota? E il fuoco? Il tagliaunghie? Tutte rivoluzioni tecnologiche che hanno reso l’uomo quel che è oggi: grasso, pigro e dipendente dal cibo d’asporto. E se vi dicessi che l’essere umano è stato in grado di fare queste scoperte e invenzioni grazie a dei funghetti allucinogeni?

Signore, signori e cercopitechi, oggi vi parlerò di una magnifica teoria che da più di 30 anni gira nei più sofisticati salotti del mondo: la teoria della scimmia drogata.

Secondo questa teoria è al consumo di funghi psichedelici da parte dei nostri antenati che dobbiamo la nostra intelligenza. Fu proposta per la prima volta dall’etnobotanico Terence McKenna nel suo libro del 1992 “Food of the Gods” e vi assicuro che prima di parlare della teoria della scimmia drogata, nome che è tutto un programma, vale la pena spendere due parole sul suo creatore.

La strabiliante vita di Terence McKenna

Terence McKenna credits Jon Hanna via Wikimedia Commons


Terence McKenna era anche uno scrittore, naturalista e filosofo e nacque in Colorado nel 1946, nella piccola cittadina di Paonia. Fondata alla fine del 1800, questa minuscola città ha tutto ciò che un americano possa desiderare: meravigliosi monti innevati, larghe strade per far correre la propria Harley-Davidson e un genocidio del popolo indigeno a coronare la sua fondazione, detto “The Meeker Massacre”. Nel massacro morirono circa una trentina di persone per fare posto a una città che oggi è famosa per ospitare annualmente un un rally di motociclette. Già. Se fossi un indigeno io sarei un tantinello incazzato.

Chi l’avrebbe detto che una città che oggi conta meno di 1500 abitanti e con una storia simile sarebbe stata terreno fertile di una delle menti più famose alla base del movimento New Age americano? Io avevo qualche sospetto. Un adolescente di fine ‘900 a Paonia ha solo 2 alternative: diventare il rispettabile sindaco di una città, possibile teatro di omicidi multipli a opera di un clown alieno che ama le barchette di carta, o farsi di allucinogeni. A McKenna i clown non piacciono e sceglie la seconda opzione.

Lo stesso scrittore ha riferito che una delle sue prime esperienze psichedeliche fu con i semi di “morning glory”, in italiano “bella di giorno”, nome comune per molte specie di piante dei generi Convolvulus e Ipomoea. Di cosa si sarà fatto da giovane McKenna? Bo’. I due generi ad oggi contano più di 700 specie, vallo a sapé che si è fumato questo, ma in ogni caso da quel giorno si disse solennemente: "c'è qualcosa qui che vale la pena perseguire". Parole sue eh. Ovviamente quello fu solo l’inizio.

L’autore non smise mai di provare sul proprio corpo qualsiasi cosa potesse minimamente avere un effetto psicotropo sul suo cervello. Con questo mood di vita la prima cosa che ti viene da fare è iscriverti all’università e nel 1965 McKenna si iscrisse quella della California a Berkeley e fu accettato al Tussman Experimental College. Cosa potrà mai studiare un tipo come lui all’università? Meccanica quantistica? Chimica dei materiali? Matematica dei sistemi informatici? No, si appassiona di sciamanesimo grazie allo studio della religione popolare tibetana e attraversa una fase della sua vita che lui stesso chiama “oppio e Kabbala". Ho iniziato questo articolo prendendolo in giro, ma credo che sto per stamparmi un suo poster da appendere a casa. Anche io voglio avere una fase della vita così, ma mi sa che più che “oppio e Kabbala” i miei anni di università li definirei “rane e lacrime”. È una lunga storia.

Insomma, nei primi anni '80 McKenna inizia a parlare pubblicamente di droghe, diventando uno dei pionieri del movimento psichedelico. Si concentra soprattutto sullo studio della psilocibina prodotta dai funghi, della ayahuasca, della cannabis e DMT. In particolare la psilocibina, il suo cavallo di battaglia in un certo senso, è un alcaloide che se ingerito esercita effetti sul sistema nervoso centrale inducendo esperienze psichedeliche con effetti lievemente euforizzanti.

Nel 1985, McKenna fondò il Botanical Dimensions con l'allora moglie, Kathleen Harrison. Questo è un giardino botanico di quasi 8 ettari che contiene migliaia di piante utilizzate dalle popolazioni indigene delle regioni tropicali ed è qui che approfondisce i suoi studi sull’importanza della conservazione della flora e, soprattutto, sul farsi le bombe. No scherzo. Farsi le megabombe.

Per McKenna le proprietà psicotrope di alcune piante e funghi servono a tutto: curare malanni, problemi spirituali e persino farmi riappacificare con mia madre. Spoiler: se vi presentate da vostra madre allucinati persi e volete dargli da mangiare pensando che sia una giraffa del bioparco. Be’. I rapporti non migliorano, però magari vi prendono come zookeeper. Comunque, fra i possibili utilizzi che consiglia il nostro McKenna c’è quella che lui chiama “dose eroica”, ovvero cinque grammi di funghi psilocibini secchi presi da soli, a stomaco vuoto, nel buio, in silenzio e con gli occhi chiusi. In questo modo diceva si poteva vivere una profonda esperienza visionaria, ma è finita che ho dato da mangiare una balla di fieno anche a mio padre.

L’utilizzo delle sostanze psicotrope in medicina

Ora parliamoci chiaro: l’utilizzo di alcune sostanze psicotrope nella cura di traumi psicologici e gravi patologie psichiche è estremamente reale. Ad esempio negli ultimi anni sono stati fatti diversi studi su come curare lo stress post traumatico o anche il burnout tramite quella che alcuni giornali chiamano la “medicina psichedelica”, ovvero la medicina che fa utilizzo di sostanze psicotrope nei suoi trattamenti. Non parliamo solo di psilocibina, ma anche di droghe da sempre stigmatizzate come LSD e mescalina che in giusti contesti, dosaggi e supporto medico è stato visto essere di supporto al trattamento della depressione, ansia e molto altro.

Ad oggi è un tema estremamente controverso per via della forte campagna antidroga partita nei diversi paesi. Ad esempio negli 1970 il presidente americano Richard Nixon vietò definitivamente l'utilizzo di queste droghe, inserendole nella categoria più restrittiva di sostanze proibite dalla legislazione americana, di cui è impedito l'utilizzo anche a scopi medici. Dopo di lui il resto del mondo seguì il suo esempio e solo dopo più di 40 anni, in seguito alla riscoperta del suo potenziale medico, la psilocibina, assieme agli altri psichedelici, è stata depenalizzata in due stati americani e in diverse città. Sono riaperti, dunque, alcuni laboratori dove stanno portando nuovamente in auge la “psicoterapia psichedelica”.

Le teorie di McKenna

McKenna senza dubbio fu lungimirante in questo senso. Un pioniere della liberalizzazione delle droghe, certo, ma dalla medicina psichedelica alle teorie del vecchio MK c’è una bella differenza. Innanzitutto, lui era dell’idea che gli svarioni che facevi da strafatto erano “viaggi trans-dimensionali. Propose che la DMT, ovvero la dimetiltriptammina una molecola presente in diverse piante e che produciamo anche noi stessi, mandasse in una “dimensione parallela” e che permettesse letteralmente di incontrare “entità dimensionali superiori”. Praticamente Lovecraft potrebbe essersi fatto un funghetto allucinogeno e aver guardato un acquario con un polpo dentro per tre ore per poi scrivere del terribile e tentacoluto Cthulhu.

Ma le teorie di McKenna non finiscono certo qui. Le sostanze allucinogene per lui possono metterti in contatto con i tuoi antenati o con gli spiriti della Terra e ha anche avanzato l'idea che gli psichedelici fossero "porte nella mente di Gaia", ovvero un passaggio verso l’intelligenza stessa del pianeta dove viviamo. Aprendo queste porte la Terra sarebbe in grado di parlarci e le sostanze psichedeliche sarebbero dei facilitatori di questa comunicazione.

Ma perché fermarsi qui? Perché non ipotizzare che l’intera vita sul nostro pianeta non sia tutto merito dei funghi? All’epoca girava molto una teoria sull'origine della vita definita “panspermia”, un’ipotesi del biofisico Francis Crick. Vi ricorda nessuno? No, non quello della famosa serie per teenager degli anni 90, ma Crick che insieme a James Watson e Rosalind Franklin scoprì la forma a doppia elica del DNA. Insomma, questo qui sosteneva la possibilità che la vita sulla Terra fosse iniziata in seguito all'arrivo e allo sviluppo di semplici forme di vita di tipo batterico spedite nello spazio tramite razzi da forme di vita avanzate presenti su altri pianeti.

McKenna non si fa scappare la ghiotta occasione di “infilarci il fungo” e dice: “sai che? Sono i funghi psilocibini a essere una specie estremamente intelligente che potrebbe essere arrivata su questo pianeta. Sono arrivati grazie a delle spore che hanno migrato attraverso lo spazio e ora tentano di stabilire una relazione simbiotica con gli esseri umani”.

L’ipotesi della scimmia drogata

Proprio su questa relazione tra fungo e uomo si fonda la teoria di cui vi vorrei parlare: “l’ipotesi della scimmia drogata”. La teoria sostiene che la transizione da Homo erectus a Homo sapiens, e quindi la rivoluzione cognitiva che ne è seguita, è stata causata dall'aggiunta di funghi psilocibini, in particolare il fungo Psilocybe cubensis, nella dieta di quegli ominidi circa 100.000 anni fa. Il che mi fa riflettere: se nella monnezza mettessimo ogni tanto dei funghetti allucinogeni fra qualche millennio i gabbiani di Roma si trasformerebbero in creature dall’intelligenza “superiore”? Vivremmo in pace con loro i primi anni, ma poi ci considererebbero una razza inferiore e ci sterminerebbero? Tutto verrebbe insabbiato, noi saremmo costretti a fuggire sottoterra per poi mandare un tizio nel passato e scoprire che cosa è successo veramente? No aspetta questa è la trama de “L’esercito delle 12 scimmie”.

In ogni caso, per McKenna i progressi cognitivi dell’evoluzione umana sono tutti attribuibili all’assunzione di psilocibina, e spiega anche com’è avvenuto! A causa della desertificazione in Africa, gli esseri umani si sarebbero ritirati nelle foreste tropicali, seguendo mandrie di bovini il cui sterco ha attirato gli insetti che egli afferma erano certamente parte della dieta umana al momento. Secondo la sua ipotesi, gli esseri umani avrebbero quindi scoperto in quelle foreste tropicali lo Psilocybe cubensis e fu amore a prima vista.

Insomma, i funghi per lui erano un “catalizzatore evolutivo” che hanno permesso lo sviluppo del linguaggio, dell'immaginazione proiettiva, delle arti, della religione, della filosofia, della scienza e di tutta la cultura umana. Forse la sua cameretta non aveva i poster di Kurt Cobain, ma del villaggio dei puffi. Sapete, con tutte le casette a forma di fungo. Brutta questa eh? Vabbè.

Manco a dirlo la comunità scientifica non ha preso benissimo la teoria. Venne etichettata come eccessivamente speculativa e travisava gli studi dello psicofarmacologo Roland L. Fischer, la cui ricerca è stata spesso citata da McKenna come prova dei presunti effetti dei funghi sui primi esseri umani.

C’è poi da considerare che esseri umani che per secoli hanno fatto uso di queste sostanze esistono realmente. Ci sono popoli indigeni in diverse parti del mondo che per molto tempo hanno fatto uso di sostanze psichedeliche, senza mai riflettere nessuno dei vantaggi evolutivi descritti da McKenna.

Insomma, sebbene alcune teorie potessero risultare strampalate il buon MK ha permesso sdoganare senza dubbio argomenti che ancora oggi sono tabù. Per me è diventato quasi un modello da seguire e sapete cosa? Dopo decenni di ricerche scientifiche accuratissime da oggi anche io ho la mia personale teoria evolutiva: la “teoria della scimmia malsana”. Secondo me l’uomo ha sviluppato le sue capacità cognitive grazie al malessere di vivere. I primi ominidi si imbarazzavano a bestia: i loro genitori a 10 anni gli regalavano al compleanno ancora amigdale come si faceva con i poppanti. Da grandi iniziano a cringiare quando un altro ominide impara a parlare e utilizzare vocaboli come appunto cringiare. Questo malessere ci è stato trasmesso di generazione in generazione ed è la vera eredità che ci hanno lasciato.

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Barbascura X

Direttore editoriale