Il panda rosso potrebbe sembrare un piccolo e indifeso
animaletto. Pigro e scansafatiche. Ma è una furia. Quando lo vedete
sdraiato a non fare nulla non è per accidia, ma perché a lui non
frega niente di te. Ti giudica. Come il panda gigante anche lui è un
carnivoro, ma il cibo è solo un tramite per sottomettere gli esseri
umani alla sua volontà. E partiamo proprio da qui.
Le
differenze con i panda giganti sono tante e la prima è proprio
questa. I panda rossi fanno parte della famiglia di carnivori
Ailuridae di cui loro sono gli unici rappresentanti viventi.
Posizionare il panda rosso nel gruppo dei carnivori non è facile, ma
studi
sul DNA mitocondriale
e nucleare di questi animali ci raccontano che sono
abbastanza vicini ai mustelidi, un’altra famiglia di carnivori che
racchiude lontre, tassi, donnole etc. I panda giganti invece sono
ursidi. I due panda vivono entrambi in Asia.
In
particolare quello rosso, il migliore, vive esclusivamente nelle
foreste temperate nell’area che va dall'Himalaya alle colline del
Nepal occidentale e la catena montuosa di Qinling nello Shaanxi, o
come diavolo si pronuncia, in Cina. Il panda peggiore, invece, in
natura è relegato solo in piccole zone montuose dal nome
impronunciabile, sempre in Cina. E basta. Sta solo là.
Un’altra
cosa che hanno in comune è la dieta. Proprio come il panda grosso,
quello rosso è ghiotto di bambù. Oh, due carnivori che però
si sono adattati a mangià questa insalata dura a forma di stecca da
biliardo. Ok, ora che ci penso forse anche quello rosso non mi sembra
sta gran cima. Vabbè, si alimenta anche di frutta, fiori, ghiande,
uova, uccelli e piccoli mammiferi, almeno lui le buone maniere da
carnivoro non le ha perse del tutto.
Una
cosa figa che fa il panda rosso è afferrare i bambù agilmente con
le zampe anteriori per poterseli sgranocchiare. Riescono a manipolare
agilmente la canna grazie a una protrusione di alcune ossa del polso
che insieme formano quello che viene chiamato “falso pollice”.
Cosa che, purtroppo, ha nuovamente in comune con il panda gigante.
Maledetto, anche questo dovevi rubargli.
A
parte scherzi, chiaramente non si tratta di copiare: questo è un
caso di convergenza evolutiva. In breve, è il fenomeno per
cui specie diverse sotto pressioni evolutive simili evolvono e
sviluppano, per selezione naturale, determinate caratteristiche che
li portano ad assomigliare moltissimo anche se la loro origine
evolutiva è estremamente diversa.
Qualcuno potrebbe dire: “Entrambi sono pigri e mangiano il bambù per cui hanno sviluppato un pollice finto, no?”
Perché
i panda mangiano il bambù?
Purtroppo
non è così facile. Diversi ricercatori hanno confrontato il genoma
dei due panda per capirci meglio su sto fatto. Sono due specie
distinte e separate, no? Entrambe carnivore. E allora perché hanno
sviluppato tutti e due una struttura ossea simile? Ma poi per
mangiare un vegetale! Perché!? Uno studio del 2017 mostra come entrambi i panda
possiedono modifiche simili ad alcuni geni dello sviluppo degli arti
e lo stesso vale per quanto riguarda alcuni geni del “gusto” in
fatto di cibi di merda. Mi spiego meglio. Sto’ bambù in effetti
non sa di niente: ma perché se lo mangiano? Sono pure carnivori!
Riguardo
ciò non c’è ancora una risposta definitiva, ma
uno studio del 2010 ci va molto vicino. Entrambi,
infatti, condividano un’altra caratteristica genetica: il gene
recettore del gusto umami, è diventato uno psesudogene,
ovvero nel replicarsi nel corso delle generazioni ha perso dei
pezzettini ed è diventato inutile. Il gene che codifica per questi
recettori ci sta ancora e somiglia pure al gene di partenza, ma non
viene espresso correttamente. La teoria dominante al momento, dunque,
è che negli antenati di questi animali il passaggio da una dieta
onnivora a una principalmente erbivora potrebbe essere stato
innescato dalla perdita dell'unico recettore del gusto umami.
Il
gusto umami è il cosiddetto quinto sapore dopo l’amaro, il dolce e
l'ammazzacaffè. Corrisponde ad alimenti con livelli elevati di
glutammato, come ad esempio la carne, motivo per cui perdere
questo recettore significherebbe alterare la scelta alimentare
dell’animale. Oh, se mangiare la carne non sa più di niente passi
all’insalata. Ci sta. Anche se diversi studiosi ritengono che il
cambio di dieta sia avvenuto prima che il gene diventasse uno
pseudogene. Insomma, c’è ancora molta confusione sull’argomento,
ma una cosa è certa: entrambi hanno fatto scelte di vita
discutibili.
Ma a lui si perdona tutto. Mentre a quel mostro pezzato non gli perdono nulla. NULLA. Prima di salutarci vorrei dirvi le ultime due cose. La prima è che ci sarebbe un’altra cosina in comune con il panda gigante. La loro conservazione è una chiavica. In particolare il panda rosso è considerato in pericolo dalla Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. Madò, io sto cercando di darti la giusta visibilità, ma tu ce la metti tutta a essere inutile compà.
I
panda rosso sono in pericolo
Uno
studio recente stima che a livello globale rimangono
meno di 10.000 individui. Fra i principali pericoli, che ve lo
dico a fare, ci siamo noi che gli frammentiamo l’habitat manco
fosse la cipolla in un soffritto. Senza contare il bracconaggio che
li sta mettendo a dura prova. Fra il 2008 e il 2018, ad esempio, sono
state confiscate 121 pelli dal governo nepalese e in altre parti
dell’Asia non è che vada granché meglio. La seconda cosa che
vorrei dirvi è che il suo richiamo è alquanto particolare.
Questo
in particolare si chiama twittering e
lo fanno soprattutto le femmine durante l’accoppiamento.
Ora lo sapete. Prego.
Vabbé,
quasi quasi mi sa che mi devo ricredere. Anche questo animale ha una
smielata dolcezza da voltastomaco. Si mangia il bambù, è in
pericolo d’estinzione e il suo richiamo sembra la
risata pazza di qualche concorrente di Avanti un altro.
Ma perché deve essere tutto una merda? Io volevo aiutarti ma mi
dispiace anche tu sei una monnezza di animale. Ma come può
sopravvivere in natura un peluches del genere? Semplice, non può.
Almeno
quell’altro è grosso. Uno si spaventa se se lo ritrova davanti di
sorpresa. Ma questo qui. Tié, sembra uscito da un cartone animato
Disney. Dopo averlo creato e relegato in una gabbia di marzapane è
riuscito a uscire e ora vaga per il mondo completamente impreparato.
Ho solo una cosa da dire ad animali del genere: compà vatti a
nascondere perché se ti ribecca la Disney sei nei guai. Ti rimettono
a ballare e cantare in cambio di un tozzo di pane. Ah, già l’hanno
trovato? Che finaccia.