Anche altri animali oltre noi possiedono un’immaginazione. A
scoprirlo i ricercatori statunitensi del Janelia Research Campus
grazie a un sistema innovativo che combina la realtà
virtuale con una macchina per esplorare la mente dei ratti.
Si,
vabbé, ma è fantascienza! Come hanno fatto!? Hanno creato un
“rilevatore di pensieri”, un nome super figo per una cosa che in
teoria gli scienziati già sanno fare, ovvero una macchina che rileva
gli impulsi neuronali in tempo reale. La cosa figa, però, è che
oltre a rilevarli la macchina li traduce anche.
E
quindi gli scienziati ora ci leggono la mente?! In sostanza, quando
noi esseri umani viviamo luoghi ed eventi attiviamo specifici modelli
di attività neurale nell'ippocampo, una parte del cervello
responsabile della memoria spaziale.
Quando
vogliamo ricordare quegli eventi possiamo attivare gli stessi
percorsi neuronali per immaginare volontariamente di camminare verso
una posizione o spostare un oggetto. Ora, gli scienziati dovevano
fare due cose:
Dunque,
i ratti si muovevano in questi luoghi virtuali e gli scienziati si
appuntavano le combinazioni di neuroni che si attivavano quando
vedevano qualcosa. Complesso? Seeee, ora arriva la parte veramente
complicata. L’esperimento continua impedendo al ratto di muoversi.
Ecco allora che i ratti hanno iniziato ad attivare quegli stessi
percorsi neuronali che gli scienziati hanno imparato a
riconoscere.
Così facendo richiamavano alla mente oggetti e luoghi spontaneamente anche non trovandosi lì, come facciamo noi. Io sono allibito. Solo a pensare che mi devo cucinare stasera a cena sudo freddo.