La società delle formiche è piuttosto complessa e sotto certi aspetti somiglia molto alla nostra: fanno guerre tra di loro, praticano schiavismo, usano un sistema di comunicazione
complesso, hanno armi pirotecniche con cui si difendono, si prendono cura della propria famiglia e alcune praticano addirittura agricoltura. Sotto altri aspetti, però, hanno un modo di approcciarsi alla vita che estremamente lontano da quello umano.
Innanzitutto sono animali eusociali, ovvero c’è una suddivisione del lavoro in caste, e la funzione riproduttiva è riservata ad un’unica, o al massimo, poche femmine. Nelle formiche c’è un sistema gerarchico e c’è addirittura una regina, ma attenzione: siamo noi a chiamarla così. In realtà questa regina non è che regna sui suoi sudditi, semplicemente ha un compito diverso dalle altre formiche ed è l’unica ad avere quel compito. In ogni caso tutti i compiti sono importanti per la sopravvivenza del formicaio.
C’è ad esempio l’ingegnere edile che deve scavare i tunnel, i buttafuori che devono difendere il nido e chi fa da babysitter alle larve. Lavori che con l’età possono anche cambiare eh, grazie al cielo. Nelle formiche esiste lo scatto di carriera. Anche perchè, nessuno vuol fare da babysitter per tutta la vita. Nulla di male, eh, ma a volte bisogna anche cambiare, sperimentare.
Ma quindi qual è il compito della regina? La regina deve raccogliere sperma da un maschio. Sì, è questo il suo proposito, e c’è poco sentimentalismo nella cosa. Per farlo se ne vola via e fa quello che noi chiamiamo volo nuziale. Anche qui, noi lo chiamiamo volo nuziale perché la vediamo una cosa bella, ecclesiastica, ma in realtà alla regina fottesega vuole solo lo sperma del maschio. Se glielo porti in un bicchiere a lei va benissimo comunque. Anzi meglio, così non deve manco farsi la ceretta.
Lui, d’altro canto, se ne va in un’esplosione di gioia, dato che dopo averle dato tutto il suo pacchetto di sperma, muore. “Finchè morte non vi separi”, qui risulta abbastanza comodo, perché appena finito di inzuppare quello si separa male.
Perché, se non fosse chiaro, lui a quello serviva. Il compito del maschio è scopare e levarsi dalle palle. Che comunque è un compito dignitosissimo, diametralmente opposto al mio che sono venuto innumerevoli volte al giorno dal giorno della mia nascita ma mai mi sono permesso di cedere il mio sperma a niuno per scopi volgari come il concepimento.
Comunque, pensate che alla regina basta questo di sperma. Quello di un singolo maschio è sufficiente. Basta come scorta a vita, dato che lei lo conserverà al sicuro dentro di sé e ne userà poco ogni volta che dovrà deporre un uovo fecondato. Questo si che è non sprecare niente. Mica come me. Mi chiedo come se la cavino i miei spermatozoi nelle tubature della doccia.
La regina formica usa lo sperma con diligenza, lentamente. Come quando ti ciucci piano piano una caramella alla menta invece di morderla subito. Hai presente?
E niente, lei fin quando è in vita, essendo colei designata alla raccolta del maschio sperma, avrà il compito di usarlo per sfornare nuovi individui per la colonia!
E lo ripeto, noi la chiamiamo regina perché ci piace questa visione a caste del mondo, ma questo è semplicemente il suo compito. All’interno della colonia è
importantissima eh, ma non lei come individuo, ma quel che deve fare. Non so se è chiaro. Per te è importantissimo il telefono, per dire. Non è che il telefono è il tuo re. Lo difendi, il telefono, ci tieni che non si perda, e se si perde o lo sfasci bestemmi male. Male che vada, però, ne prendi uno nuovo e pace.
Con la regina? Uguale. Se succede qualcosa bestemmie, tutti a dire: “Madò che palle, e mò? Ci tocca farne un’altra”. Perché, come sempre, è la colonia la cosa più importante. Un organismo ha bisogno tanto del cuore quanto del buco del culo, e sono equamente importanti perché altrimenti crepi. Quindi, quella che noi chiamiamo regina non è altro che una macchina che sforna centinaia di migliaia di uova, un tassello all’interno di una rete sociale di individui in cui ognuno svolge un compito fondamentale per la sopravvivenza dell’intera colonia.