Nel corso dei millenni tantissime specie di crostacei hanno assunto una “forma granchiosa”: corpo appiattito, chele formidabili, ottimi sulla brace. Qual’è il motivo dietro il successo di questa forma? Perché a un certo punto sono tutti voluti diventare dei granchi? Le ragioni sono ancora fonte di dibattito, ma il fenomeno è talmente diffuso che gli scienziati hanno coniato un termine per descriverlo: carcinizzazione.
Partiamo col dire che, secondo una ricerca del 2006, le specie descritte di crostacei sono circa 68 mila e gli autori riferiscono che probabilmente quelle scoperte sono solo la metà di quelle che realmente esistono. I granchi, in particolare, sono un botto e soprattutto un sacco di specie che non sono granchi, a quanto pare, voglio somigliare a loro
Si definisce carcinazione quando nel corso di millenni di pressioni evolutive, Gino, un tizio che granchio non è, inizia a somigliare sempre più ad un granchio. E se ne compiace. Ma cosa si intende per somigliare a un granchio? Uno studio del 2017 identifica alcune specifiche caratteristiche anatomiche:
Se hai questi tratti diciamo che effettivamente sei un granchio. E se queste cose ti sono uscite anche se granchio non eri sono solo fatti tuoi. Poi capiamoci, ci sono anche altre caratteristiche un po’ più fini indicate dai ricercatori nello studio, ma sono più complicate e interessano solo ai nerd di crostacei, quelli che se ne vanno in giro con le magliette “free Pizzicottina”.
Prima di continuare sulla carcinizzazione, però, dobbiamo precisare un punto: cosa significa che ci sono delle pressioni evolutive che portano dei tizi a evolversi in granchi? L’evoluzione non è un’entità sovrannaturale che si mette a scolpire e modellare le creature, e certamente non gli infila un bastone nel culo e ci soffia dentro come un vetraio di Murano prima di sagomarle.
Quando parliamo di evoluzione parliamo di modifiche casuali che avvengono nel corso dei millenni. Casuali, come solo la genetica sa esserlo. Però a volte succede che una di queste modifiche permette al suo portatore di sopravvivere meglio o più facilmente, o trovare più facilmente cibo, scappare meglio dai predatori e perché no, accoppiarsi di più.
Questo individuo avrà dei tratti caratteristici selezionati perché si trasmettono più efficacemente alle generazioni successive, fin quando eventualmente non rimangono solo tizi come lui. Quindi, nel caso di molte specie di crostacei, l’adattamento in questione che verosimilmente è più efficiente in determinati habitat è quello di avere il corpo a forma di granchio. Non il migliore in assoluto, sia chiaro, ma se funziona allora va bene. Semplice ed efficace.
Esempio di convergenza evolutiva tra un delfino e un ittiosauro. Per quanto filogeneticamente distinti hanno evoluto una forma corporea simile come adattamento all’ambiente acquatico. Credits: Sceptic view via Wikimedia Commons
In questi casi si parla di convergenza evolutiva, cioè il fenomeno per cui specie diverse sotto pressioni evolutive simili evolvono e sviluppano, per selezione naturale, determinate caratteristiche che li portano ad assomigliare moltissimo anche se la loro origine evolutiva è estremamente diversa.
Vi faccio degli esempi. Un pipistrello è un mammifero. Un topo con le ali se vogliamo. Mentre gli uccelli no. Fin qui ci siamo. Nonostante siano lontani filogeneticamente, quindi sul grande albero della vita sono piuttosto lontani, hanno comunque sviluppato ali per volare. Anche gli insetti, no? Pure loro. Tutte convergenze evolutive.
Un altro esempio sono le pinne dei pesci e quelle di un delfino. Quest’ultimo è un mammifero che, una volta entrato in acqua, ha ben pensato di adattare il proprio corpo alla vita acquatica. E allora si è fatto venire le pinne proprio come quelle dei pesci! Come ti vuoi muovere in acqua, con le scoregge? Oddio, sì, c’è qualcuno che usa le scoregge per galleggiare: il lamantino. Ma questa è un’altra storia.
Un ultimo esempio è la tecnica di volo fra la sfinge del galio e il colibrì. Il primo è un insetto e il secondo un uccello. Sono diversi. Stacce. Ma entrambi volano alla stessa maniera! Si sono adattati a suggere il nettare di particolari fiori allo stesso modo e per farlo devono battere velocemente le ali per rimanere il più stabile possibile in volo.
Di esempi ce ne sarebbero tanti altri, ma facciamoci andare bene questi per adesso. Poi ci torniamo sull’argomento convergenza evolutiva. Fatemi sapere se vi farebbe piacere un video sull’argomento.
La carcinizzazione quindi, è un tipo particolare di convergenza evolutiva che porta i soggetti a somigliare tutti a dei nerborutissimi e cazzutissimi granchi.
Ma qui torniamo alla mia domanda iniziale: ma perché proprio il granchio? Che avrà mai di così tanto bello? Spiegare il motivo per cui succede questa cosa non è facile e l’argomento è ancora parecchio dibattuto. Tutti gli scienziati, però, concordano su un fatto: funziona.
I primi ad aver adottato una “moda granchia” sono stati i crostacei brachiuri, un infraordine comparso nel Giurassico più di 150 milioni di anni fa. Molti paleontologi qui parlano addirittura parlano di “Cretaceous crab revolution”, letteralmente “rivoluzione dei granchi del Cretacico”, ovvero quel punto nella storia in cui si è verificata un’enorme diversificazione di granchi brachiuri, così importante che a quanto pare aveva bisogno di un nome.
Ma invece il primo vero e proprio granchio “moderno”, che tu lo guardi e dici “oh, questo è proprio un granchio” da dove è uscito?
Cretapsara athanata Luque et al., 2021
Uno studio del 2021 mostra che il più antico animale con la forma granchiosa moderna sia Cretapsara athanata, trovato perfettamente preservato nell’ambra e datato a circa 99 milioni di anni fa. Ora, mi farebbe molto piacere sapere come cavolo ha fatto un granchio a rimanere bloccato all’interno di un blocco di ambra, ma forse è meglio non sapere. E comunque sono fatti suoi.
In effetti, proprio nel Cretacico, quindi fra circa i 145 e 66 milioni di anni fa, sembra che siano apparsi quasi l'80% dei moderni gruppi di granchi. Sia chiaro, non è che i granchi siano usciti fuori da un cilindro in quel periodo. Esistevano già da prima, ma non è che somigliassero tanto a dei granchi. Eravamo molto molto lontani dalla “moda granchia” attuale, e non avevano tutte le parti granchiose che noi conosciamo ed amiamo al loro posto.
Eppure la domanda rimane: perché avere le chele e il corpo piatto dovrebbe essere vantaggioso? A sto punto perché non avere le gonadi sotto il mento?
Per capirlo bisogna indagare bene il contesto dove ‘sti tizi vivono. Durante la loro rivoluzione granchia questi animali hanno sviluppato stili di vita diversi infilandosi nelle più svariate nicchie ecologiche e, a seconda delle esigenze, hanno sviluppato determinati adattamenti più di altri. Questi nuovi adattamenti gli hanno permesso di esplorare e rendere la loro casa barriere coralline, scogliere, profondità marine e condurre anche una vita anfibia più che decente.
Lo so, è una spiegazione molto semplice e banale dei processi evolutivi, ma fatevi andare bene questa spiegazione terra terra e vi prometto che in un altro articolo dedicato approfondiremo meglio la faccenda.
Tornando a noi: quali sono questi granchiosi amici che hanno “copiato” i brachiuri come maledetti freebooter che non sono altro? Andiamoli a vedere da vicino, così sappiamo riconoscerli sti cazzari.
L’infraordine di crostacei con più specie carcinizzate, e quindi che ora sembrano dei granchi pure se formalmente non lo sono, è quello degli Anomura, di cui fanno parte i granchi reali. Perché sì, pure se li chiamiamo granchi reali la maggior parte degli scienziati ritiene si siano evoluti da un antico antenato dei paguri.
Granchio reale credits David Csepp via Wikimedia Commons
Anche se si vede palesemente che questo di paguro non c’ha proprio più niente. Agli scienziati però il suo aspetto puzzava e si sono domandati: è venuto prima il paguro o il granchio? Pensa te, questa è una delle domande evolutive più dibattute tra gli studiosi di Anomura. In particolare stanno tutti in fissa su quali siano le relazioni filogenetiche tra i granchi eremita e i granchi reali. Sono nerd, capiteli. Fra gli Anomura c’è anche Alfonso, granchio del cocco, che sicuramente ricorderete per il video di quel buontempone di Barbascura X.
Poi ci sono i granchi porcellana che sono veramente molto belli, anche se quando cadono a terra rischiano di rompersi. Ottimi come bomboniere per cresime, comunioni e funerali. Ci sono persino dei crostacei che hanno deciso di fare della vita da granchio la loro unica ragione di esistere, dando vita a un fenomeno chiamato “ipercarcinizzazione”. Stiamo parlando, ad esempio, di un particolare granchio porcellana, Allopetrolisthes spinifrons, che oltre alla forma corporea più corta e appiattita ha acquisito anche un importante dimorfismo sessuale, dove i maschi hanno un pleon, ovvero i segmenti dell’addome, più corto delle femmine.
Questo li rende “ipergranchi”? Non lo so, così pare. È questo qualcosa che volevate conoscere? Ne dubito. Molti granchi freeboter, infatti, decidono semplicemente di somigliare sommariamente a un granchio. A noi che i granchi ce li mangiamo e basta sembrano tutti uguali, ma se vai a vedere delle caratteristiche distintive ci sono. Ad esempio alcuni dimosrfismi sessuali, ovvero la differenza fra maschi e femmine, nei granchi veri è ben marcata mentre nelle specie carcinizzate....meeeeeeeeeh. Insomma.
Allopetrolisthes spinifrons credits J. Antonio Baeza via Wikimedia Commons
Vabbé, ma che ci frega tanto a loro va bene così, giusto? GIUSTO? NO. Ci sono alcuni granchi che hanno portato la carcinizzazione all'estremo. Un esempio è offerto da un granchio di porcellana, Allopetrolisthes spinifrons, una delle specie che si è adattata a convivere con alcuni anemoni di mare che vivono sulla costa pacifica di Perù e Cile. Come conseguenza di questa associazione A. spinifrons ha sviluppato adattamenti morfologici più evidenti nella forma dell'addome in un processo che chiamiamo, appunto, ipercarcinizzazione.
L'addome nei maschi assomiglia a quello tipicamente mostrato dai maschi degli altri brachiuri, i granchi veri di cui parlavamo prima, poiché è significativamente più stretto e i suoi uropodi, le zampette che hanno sul di dietro per intenderci, normalmente ben sviluppati nei maschi e nelle femmine dei granchi di porcellana, invece in questa specie sono degenerati. Quasi non si vedono.
Questi adattamenti hanno portato alla perdita della capacità di nuotare. Che merda compà. Una cosa devi saper fare in acqua. Inoltre, nelle femmine di A. spinifrons, l'addome, il telson e gli uropodi formano una cappa che copre completamente la massa di uova e insieme a questo tratto ce ne sono parecchi altri che avvicinano sti tizi ai granchi veri. Insomma, altro che somiglianza sommaria, questi si sono proprio spinti all'estremo, tanto che non possono più nuotare. IN ACQUA. Ma chi te lo ha fatto fa.
In ogni caso, sappiate che esiste ovviamente anche il fenomeno inverso della carcinizzazione, la decarcinizzazione. Ovvero alcune specie a forma di granchio hanno urlato “sai che c’è, io mi defilo, vaffancul”, e in questa pazza e folle corsa evolutiva hanno abbandonato la forma granchiosa.
Insomma, ci stanno non granchi che somigliano a granchi e ora tizi che somigliano a granchi che non vogliono più essere granchi. Non so. decidetevi. Che c’è, avete scoperto che era troppo mainstream? Volevate fare gli originali a tutti i costi? Quanto vi odio.
Per lo meno questo ci ricorda che a noi piace mettere tutto in delle scatole ben distinte, ma la realtà è molto più labile, il processo evolutivo è molto più fluido, non si capisce niente. Tutto cambia e si adatta, pure te. La decarcinizzazione è avvenuta ad esempio sia fra i Brachyura che in Anomura, proprio a testimonianza che ognuno fa come gli pare.
Chiaramente esistono diversi gradi di carcinizzazione e decarcinizzazione, quindi non è semplice creare delle categorie. Alcuni esperti prendo come esempio di decarcinizzazione fra gli Anomura proprio lui, Alfonso il granchio del cocco, un animale i cui antenati dovevano essere paguri e poi hanno fatto una sterzata a metà corsa..
Questo percorso evolutivo lo potete trovare nel complesso ciclo vitale dell’animale che, nelle prime fasi di vita ha bisogno di una conchiglia per proteggere il suo ventre molle proprio, come altre specie di paguri, ma una volta giunto a maturità, abbandona il domicilio familiare e se ne va smargiasso per le spiagge come un cuozzo oliato e impanato di sabbia a Gallipoli.