Il colore rosso di quelli che noi comunemente chiamiamo “ragnetti rossi”, e che non lo sono affatto ma sono acari, è dovuto all’emolinfa, ovvero un tessuto fluido che svolge funzioni analoghe a quelle del sangue e della linfa dei vertebrati. Tessuto fluido? Non bastava la teoria del gender, ora anche i tessuti devono essere fluidi?
No, mio caro amante di ortaggi e bigottismo, con questo termine indichiamo un tessuto, ovvero un insieme di cellule strutturalmente simili che svolgono più o meno la stessa funzione, che però si trova allo stato liquido. Come il nostro sangue per intenderci. Oppure il risultato di una festa a base di cheescake per un intollerante al lattosio.
La fluidità è data dal fatto che ha una frazione liquida, definita plasma, e una cellulare, che nel nostro sangue è composta da globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e nel mio caso occasionalmente pezzi di frisella che non ho ammorbidito a sufficienza nell’acqua.
L’emolinfa dei ragnetti rossi è ricca di carotenoidi, quei pigmenti organici che spesso donano quel salutare colore rossiccio ad alcune verdure. Cosa ci farà mai il nostro caro acaro con questo colore così sgargiante? Il cosplay di un peloso naso da clown?
No, gli serve principalmente per due cose: innanzitutto secondo uno studio dell’Università di Kyoto del 2022 essendo animali che escono fuori in primavera e autunno e che vivono su superfici soleggiate come il marciapiede, le mura di una casa o la pancia di mio zio Franco quando si addormenta al mare dopo la terza Peroni, sono inevitabilmente esposti alle radiazione ultravioletta-B che causano la produzione di specie reattive all'ossigeno.
Parliamo ad esempio del perossido di idrogeno, l’acqua ossigenata per intenderci, che a contatto con le cellule di un organismo potrebbe fare danni impressionanti. Nel momento in cui la produzione di una specie reattiva all'ossigeno supera una certa capacità fisiologica, si crea una condizione di stress ossidativo che può ad esempio alterare gli equilibri di concentrazioni di sostanze dentro e fuori le membrane cellulari.
Ma fa anche molto altro, insomma sono come delle mine antiuomo che invece di stare sepolte sotto terra fluttuano impazzite per tutto l’organismo portando squilibri fra le membrane cellulari, attaccando i legami chimici fra le molecole e bussandoti con il clacson quando sei in coda al semaforo nonostante il verde sia scattato da 0.1 secondi.
Ecco perché esistono molecole come i carotenoidi. Queste possiedono un’attività antiossidante che tiene a bada la formazione di specie reattive all’ossigeno contribuendo alla sopravvivenza dei ragnetti rossi.