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Presto avremo robot che si riparano da soli e sentono dolore

Un recente articolo pubblicato su Nature fa un enorme riassunto delle ultime scoperte nel campo della robotica sul tema dei robot che si riparano da soli e provano dolore. Per riuscire a ottenere questi risultati la ricerca deve focalizzarsi su diversi temi: avere i materiali giusti, trasmettere bene segnali elettrici e, appunto, sentire dolore.


Partiamo dai materiali. Di polimeri, ovvero grandi catene di molecole, autoriparanti ce ne sono già diversi. Molti utilizzano la tecnica di auto-riparazione che sfrutta un processo chiamato reazione Diels-Alder. In brevissimo: quando un polimero danneggiato viene riscaldato, i legami covalenti rimanenti che tengono insieme le molecole si romperanno, ma quando il materiale si raffredda, tramite questa reazione si formeranno nuovi legami.

Sì, questi polimeri auto-riparanti sono belli, ma a noi ci interessa far passare l'elettricità se no sto robot non si muove. Ecco allora che hanno studiato un approccio che prevede l'aggiunta di elementi conduttivi nel polimero. Tipo nanotubi di carbonio, particelle metalliche o nanofili, insomma una roba per far passare l’elettricità. E ci sono riusciti! Alcuni studiosi hanno perfino creato una pelle sintetica in grado di percepire il tatto.

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Vabbè, arriviamo alla ciccia: per rispondere al danno, una macchina intelligente deve prima di tutto notare quando avviene. Insomma, deve soffrire. Negli esseri umani, il dolore è molto utile, ci mette in allerta e ci fa fuggire. Vogliono fare la stessa cosa con i robot, mica so sadici.

Quindi altri ricercatori hanno realizzato un polimero che contiene particelle di carbonio conduttive per creare dei sensori speciali che rilevano un cambiamento nella resistenza elettrica e in grado di percepire il tatto, tutto quello che serve a un robot per rilevare una lacerazione a un suo tessuto.

Ah. Ma quindi non è vero dolore. Fortunatamente no, ma svolge lo stesso ruolo in termini robotici. Comunque, di scoperte in questo ambito ce ne stanno tante altre e ancora molte se ne devono fare, però iniziamo a preparare il sindacato dei robot che mi sa ne avranno bisogno.

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Barbascura X

Direttore editoriale