I più grandi consumatori di coca sono stati gli indigeni appartenenti alla cultura valdiviana, che si sviluppò tra il 3500 e il 1800 a. C. nella costa occidentale dell'Ecuador. Avete capito bene, loro masticavano coca dalla mattina alla sera già intorno al 3000 a.C.! Masticarla era una vera tradizione che si diffuse rapidamente di popolo in popolo e molte culture la consideravano una pianta divina.
L’essere umano, però, da quando ha scoperto di potersi infilare nel corpo sostanze psicotrope e fare dei viaggioni ha provato di tutto. La cocaina di per sé è un alcaloide psicoattivo prodotto dalla pianta di coca, originaria del Sud America e coltivata dall’uomo per oltre 8.000 anni. Gli indigeni la masticavano mischiandola con la calce.
Le foglie se masticate agiscono come un leggero stimolante capace di alleviare la fame, la sete, il dolore e la fatica. Il principio attivo della coca è appunto l'alcaloide “cocaina” - che fantasia eh - che si trova nella quantità di circa dallo 0,3 all’1,5% nelle foglie fresche. A volte veniva masticata e sputata, altre volte anche ingerita, ma in nessun caso faceva uscire pazzi come l’orso nel film.
Pensate nel corso del tempo ci hanno fatto anche diversi tipi di bevande come ad esempio il Vino Mariani. Questo vino fu ideato nel 1863 dal compare chimico francese Angelo Mariani e la ricetta era semplice: foglie di coca del Perù lasciate a macerare nel vino rosso Bordeaux per dieci ore.
Era una bevanda che c’entrava con la coca, di colore scuro creata da un farmacista. Vi suona qualche campanello? Certo! Il Vino Mariani ha ispirato John Pemberton a inventare la Coca-Cola nel 1886!
Insomma, gira che ti rigira, come sempre, l’essere umano ha provato a ingerire in svariati modi anche questo principio attivo con il risultato palese che esagerare nel consumo porta a dipendenza, overdose e morte.