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Animali

Storie di animali intossicati dalla droga

Cocainorso è un film uscito nelle sale italiane lo scorso 27 aprile e parla di un orso che, strafatto di cocaina, spacca le porte in faccia alle persone, fa gli agguati manco fosse un velociraptor nell’erba alta in Jurassic Park, corre pure come un incazzatissimo carro armato fatto di pelliccia, muscoli e polverina magica. Salta dall’essere prima una spalla comica e l’attimo dopo, mamma santa, sembra il più cattivo, irsuto e pazzo antagonista mai visto nella storia del cinema.


Abbiamo già parlato della trama del film e di cosa è possibile imparare da questa storia, che ricordiamo essere realmente accaduta, anche se estremamente romanzata. Oggi vorrei solo ricordare come il nostro Cocainbear non è stato l’unico animale a finire in prima pagina perché aveva ingerito cocaina. Proprio nel gennaio del 2023, infatti, un serval è stato catturato a Cincinnati e durante le analisi veterinarie hanno scoperto una intossicazione da cocaina. Il serval è un felino originario dell’Africa ampiamente diffuso nei paesi subsahariani, come caspita ha fatto a finire a Cincinnati?

Beh, è ovvio no? Qualcuno lo aveva preso per farne illegalmente il proprio animale domestico e non contento ha deciso di portarlo in giro per la città a bordo della propria auto. L’uomo era inseguito dalla polizia ed è stato rocambolescamente arrestato “american style”. L’animale allora è fuggito e lo hanno ritrovato tempo dopo sopra un albero. Ma tutto bene Cincinnati? No, per dire. Comunque ora il serval sta bene, è tenuto nello zoo di Cincinnati dove sta venendo disintossicato. Che nome poteva dare la stampa a un felino strafatto di cocaina? “Cocaine cat”, ovviamente. Pure qui, fantasia portami via. Non ci sono più i “Pablo Escobear” di una volta, soprannome che la stampa dell’epoca diede al famoso orso protagonista del film sopracitato.

La cosa strana di tutta questa storia, però, è una: ma tu sei un veterinario di Cincinnati e ti arriva un serval. Oltre a stupirti di non essere in Ruanda, cosa gli fai? Il test per la cocaina? Ma perché!? Be’ scemo io, la risposta è ovvia: perché sempre a Cincinnati c’è stato un altro caso in cui un animale ha subito una intossicazione da cocaina. Questa volta parliamo di una cebo dai cornetti, anche in questo caso non proprio la fauna tipica di Cincinnati.

Leptailurus serval credits Wynand Uys via Wikimedia Commons

Nel febbraio del 2022 un veterinario della Florida aveva visto dei video in cui la scimmia ingeriva delle sostanze chimiche e credendo potesse trattarsi di Xanax o cocaina ha subito chiamato il Cincinnati Animal Care che ha provveduto a portarlo via dal tizio che la teneva in casa. L’animale è risultato positivo alle anfetamine in quel caso e quindi ha dovuto subire un trattamento di disintossicazione. Da quel momento a Cincinnati quando arrivano animali esotici in una clinica veterinaria si testa sempre se sono positivi alle droghe.

Spostiamoci un attimo dall’America per scoprire un meraviglioso paese europeo: la Slovacchia. Recentemente abbiamo affrontato sempre su questo magazine la storia di un gruppo di cigni che si sono strafatti di oppiacei, hanno causato circa 10 mila euro di danni e alcuni di essi, sfortunatamente come le grandi rock star, sono morti di overdose.

No, la Disney non sta facendo un reboot di Ducktales stile Paura e delirio a Las Vegas con zio Paperone come capo del narcotraffico e Paperino spaccino di provincia. Gliel’abbiamo suggerito, ma non hanno accettato l’aiuto.

In un video pubblicato su uno dei principali media slovacchi è possibile vedere dei volontari che cercano goffamente di acciuffare dei cigni certamente perché non in grado di mettersi alla guida. Cosa s’erano sparati i cigni per arrivare ad alterare in un simile modo i propri sensi? Beh, papaveri!

Torniamo nuovamente in America. Lo scorso luglio ha fatto scalpore una notizia senza dubbio peculiare: alcuni squali hanno ingerito della cocaina al largo della Florida. Infatti, per i narcotrafficanti disfarsi della droga in mare per non essere beccati sembra ormai un costume locale, tanto che nel solo mese di luglio la Guardia Costiera degli Stati Uniti ha sequestrato fino 6.400 chilogrammi di cocaina nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Atlantico, per un valore stimato di 186 milioni di dollari.

A questo punto arriviamo all’intossicazione negli animali: un caso come quello dei cigni in Slovacchia potrebbe essere considerato più unico che raro. Vero? E invece no.

L'overdose e morte nel regno animale sembra capitare più spesso del previsto, proprio come spiega Ronald K. Siegel nel suo libro “Intoxication: Life in Pursuit of Artificial Paradise”.

Gli animali in genere adorano sballarsi con diverse sostanze, pensate ai delfini con i fugu, maledetti pervertiti. Potremmo pensare che in millenni di adattamenti evolutivi gli animali abbiano imparato a non intossicarsi e andare in overdose per il consumo di certe piante, ma l’autore riporta che molti animali nel loro habitat naturale si nutrono di stupefacenti, ne rimangono "alterati" e talvolta muoiono a causa degli effetti.

Diversi uccelli amano i semi di papavero, molti animali da allevamento si "ubriacano" con alcune specie di leguminose e spesso ne assumono troppe e allo stesso modo gli elefanti si scatenano dopo aver mangiato frutta in decomposizione che, fermentando, ha l’effetto di inebriarli.

Gli animali si drogano, lo sappiamo, e quando trovano sostanze alteranti in abbondanza ci danno sotto di brutto. L’unica cosa che posso dire riguardo tutta questa storia è che sia dell’ottimo materiale per una sceneggiatura. Oh, dopo Cocainorso e Cocainshark non vedo perché non si possa fare Oppiocigno!

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Barbascura X

Direttore editoriale